Big Fish - Le Storie di Una Vita Incredibile

09.06.2025
Una fiaba contemporanea, la creazione di un mito che ci spiega perché le favole sono così importanti.

"Big Fish" è un filmone con una base solida (il romanzo del '98 da cui è tratto), un fantastico regista (Tim Burton) e attori di grande calibro (Ewan McGregor, Steve Buscemi, Danny DeVito, Helena Carter...), con uno sceneggiatore capace (John August) e una durata consistente (due ore e cinque minuti).

Tanti nomi che hanno versato il proprio talento in una storia che definirei magica. Dalla scenografia al trucco, dalla regia ai dialoghi, dalla trama alle ambientazioni, tutto in "Big Fish" è veramente Big, grande; incredibile la cura con cui lo hanno realizzato.

Da un punto di vista tecnico il film funziona perfettamente. Tim Burton è un ottimo regista e ha dato il suo tocco personale all'estetica di luoghi e personaggi, riuscendo ad alternare dolcemente momenti allegri e spensierati con altri più cupi ed inquietanti. La trama è ricca di elementi, ma allo stesso tempo è leggera e godibile, facendo sì che tutti i dettagli da ricordare non intasino la memoria dello spettatore. I dialoghi sono realistici, ma sempre stravaganti per sottolineare le peculiarità dei personaggi. Due ore passano senza nemmeno accorgersene. 

Homo Narrans

Il film è così ben riuscito perché segue passo dopo passo la storia di un eroe, praticamente crea un nuovo mito, una favola ricca di avventure e personaggi bizzarri. Noi esseri umani adoriamo sin dall'alba dei tempi inventare/ascoltare storie mitiche o, più in generale, ci viene proprio bene narrare.

Il concetto di Homo Narrans è stato creato nel corso del novecento per descrivere proprio questa caratteristica unica dell'essere umano, creatura che si raduna al focolare per sentire storie di mostri e di eroi, di giganti e di profeti. È nella nostra natura essere attratti dalle vicende di un personaggio - reale o inventato che sia - basta che ci sia qualcosa in cui possiamo immedesimarci e il gioco è fatto.
Le storie ci attirano come luci per le falene e "Big Fish" è proprio un grosso faro in una notte buia.

Il protagonista Edward Bloom, nel corso della sua vita, incontra streghe, giganti, lupi mannari, gemelle siamesi, la guerra, l'amore della sua vita, città incantate, foreste oscure, sirene, il successo economico, rapinatori di banche, pesci leggendari... e affronta tutto con coraggio, mettendo a tacere la propria paura. Fa tante cose in poco tempo, senza lasciar passare un minuto in vano: cresce alla svelta, lavora, si innamora, viene picchiato, affronta un gigante, incotra esseri magici, fugge dalla polizia, compie gesti romantici come non se ne sono mai visti. Edward Bloom vive ogni momento e lo riempie di sorprese, rinunciando ad una vita prevedibile - quindi noiosa - per una ricca di emozioni, degna di essere narrata.
La sua vita è un'avventura mitica che crea, appunto, un mito: il mito di Big Fish (chiamato così perché si è sempre sentito un grande pesce in una piccola pozza).

Una fuga dalla realtà

Il fatto che la vita del signor Bloom sia ricca di vicissitudini, ricercate o capitate per caso, è quello che serve per rendere elettrizzante il tutto, ma è sempre necessario un collegamento con la realtà, il minimo indispensabile per noi spettatori per riuscire ad immedesimarci. Sì, perché se tutto fosse troppo finto non avremmo più appigli alla vita di tutti i giorni.

A noi serve riuscire a confrontarci con la storia perché abbiamo l'innato bisogno di rivivere la nostra vita, ma con più emozioni e in breve tempo. Ecco perché ci piace sentire storie: possiamo provare una montagna russa di emozioni e sapere come vanno a finire le avventure senza aspettare una vita intera.
Nella vita reale tutto è troppo lento, bisogna attendere molto per avere nuove emozioni o per sapere il finale delle cose, è noioso. In un racconto, invece, riusciamo a condensare in un momento tutto quello che si vive in svariati decenni.
Da bambini questo bisogno è più accentuato perché si ha vissuto troppo poco e c'è curiosità su ciò che riserva il futuro, quindi non c'è niente di meglio di una storia che anticipa le meraviglie che ci attendono. Crescendo, il bagaglio di vita che abbiamo, diventa man mano più pesante, quindi ci interessiamo a storie che narrano di eventi reali, ancora meglio se parlano di qualcosa che abbiamo vissuto, in modo da rielaborare il passato.

Il giusto mezzo

Nel film la vita straordinaria di Edward è contrapposta alla vita ordinaria del figlio, che è turbato dal non poter conoscere davvero suo padre per via di tutte le fantasie dietro le quali si nasconde.

Questa opposizione ci mostra due estremi che devono convivere per una vita felice: troppa fantasia allontana le persone da ciò che siamo veramente e troppa razionalità spegne l'animo umano. Il film ci mostra come un equilibrio permetta di crescere in sintonia con il nostro bisogno di storie, ma anche di affrontare la vita vera che spesso è, ahimè, meno emozionante.
"Big Fish" ci insegna ha non smettere di sognare, perché questo significherebbe smettere di essere noi stessi.


Valutazione:

★★★★★★★★★★


di Andrea Brevi