Crimson Peak

Crimson Peak è un elegante omaggio al gotico classico, un film che non punta tanto a spaventare quanto a sedurre lo spettatore con un'estetica sontuosa e un'atmosfera densa di mistero. Guillermo del Toro costruisce una storia in cui l'orrore è meno importante del romanticismo macabro, e dove il fascino visivo si intreccia con una profonda attenzione ai sentimenti, alle ossessioni e al passato.
La protagonista, Edith Cushing (Mia Wasikowska), è una giovane scrittrice americana attratta dall'enigmatico Sir Thomas Sharpe (Tom Hiddleston). Quando lo segue nella remota Allerdale Hall — una dimora decrepita che sembra respirare, sanguinare e scricchiolare sotto il peso dei suoi segreti — Edith si ritrova immersa in una storia di passioni proibite, inganni e memorie sepolte. Accanto a Thomas si muove la figura magnetica e inquietante della sorella Lucille (Jessica Chastain), che incarna il vero cuore oscuro della famiglia Sharpe.

Uno degli aspetti più affascinanti del film è la figura
del fantasma, trattata non come semplice creatura spettrale ma come
presenza simbolica e profondamente narrativa.
Del Toro si ricollega alla
tradizione del gotico letterario ottocentesco, richiamando autori come
Edgar Allan Poe, Henry James, Mary Shelley e Charlotte Brontë. Come nei
racconti di Poe, gli spiriti sono proiezioni di traumi e colpe; come in Il
giro di vite di James, incarnano una tensione tra realtà e memoria più che
un'intenzione malvagia.
I fantasmi di Crimson Peak non vogliono
tormentare Edith: vogliono avvertirla, guidarla, rivelarle ciò che i vivi hanno
voluto occultare. La loro deformità non è mostruosità, ma la traccia
dell'orrore subito.
Questo approccio si integra perfettamente con il gotico
domestico delle grandi opere ottocentesche. Edith, come le eroine di Jane
Eyre o Northanger Abbey, entra in una casa antica, quasi senziente,
dove ogni corridoio sembra custodire una confessione. Allerdale Hall è una
tipica "casa gotica": un organismo vivo, simbolo dei peccati dei suoi abitanti,
un guscio decadente che fa da eco alle tensioni familiari.
Del Toro la
trasforma in un teatro visivo straordinario: colori saturi, costumi
ricchissimi, pareti che colano argilla rossa come sangue, ambienti che
risuonano di memorie non dette. La messa in scena non è sfondo, ma forma del
contenuto.

A livello narrativo, la trama è relativamente semplice, come spesso accade nel gotico tradizionale: un mistero da svelare, una protagonista sensibile alla presenza dell'altro mondo, passioni represse che emergono lentamente. Ma proprio questa linearità permette al film di concentrarsi sull'atmosfera, sui dettagli, sulla lenta immersione in un universo estetico che è al tempo stesso affascinante e malsano.
Nel complesso, Crimson Peak è un'esperienza che unisce romanticismo oscuro, tragedia e bellezza decadente, reinterpretando i codici del gotico letterario in chiave moderna. Non è un horror di pura paura o di jumpscares, ma un racconto sull'amore, sulla colpa e sulla persistenza del passato, dove i fantasmi sono custodi della verità e dove l'orrore più grande non appartiene al soprannaturale, ma al cuore umano.
di Rebecca