Essere Charlie Kaufmann

07.04.2025

Charlie Kaufmann deve scrivere una sceneggiatura tratta dal libro "Il ladro di orchidee" di Susan Orlean. Vuole scrivere di fiori: niente abbellimenti, niente ingigantimenti hollywoodiani, niente azione... ma senza una struttura solida la scrittura tende ad arenarsi e Charlie entra più volte in crisi. La sua insicurezza passa dal mondo reale al testo e poi di nuovo al mondo reale: porta una ragazza fuori qualche volta ma non riesce mai a sbilanciarsi quel poco per mostrare un piccolo gesto d'affetto. La sceneggiatura occupa ogni suo pensiero, è la sua ossessione: non dorme, non scrive e se scrive cancella, cambia idea, non ha idee, sa solo che il libro è magnifico e non vuole deludere la Orlean.

Charlie vive con il gemello Donald che cerca lavoro e un po' di stabilità. Sono identici all'apparenza ma agli antipodi nel carattere: Charlie è profondamente spaventato, deluso e insicuro; Donald è affabile, simpatico e spigliato: non tarda a trovare una ragazza e un nuovo lavoro a cui dedicarsi. Come Charlie vorrebbe fare lo sceneggiatore e anche se manca del suo genio creativo e della sua scrittura profonda, sembra non avere problemi nel procedere con la stesura. Charlie invece legge e rilegge il testo della Orlean cercando un preciso soggetto da porre al centro della sceneggiatura: prima vuole scrivere di fiori, poi della Orlean e infine di se stesso, ma nessuna di queste opzioni sembra riuscirgli a pieno. Il testo è complesso e polimorfico e lui legge e rilegge, più e più volte, ma ha come la sensazione che manchi qualcosa. Alla sua sceneggiatura manca qualcosa, al testo della Orlean manca qualcosa e per trovarlo Charlie dovrà mettere in discussione la sua stessa essenza.

Ognuno di questi fiori ha un rapporto particolare con l'insetto che lo impollina. C'è una certa orchidea che ha lo stesso aspetto di un certo insetto perciò l'insetto viene attratto da quel fiore, il suo doppio, la sua anima gemella e non desidera altro che fare l'amore con lei

Il film si struttura su diversi piani narrativi, il primo è il testo della Orlean con il quale la routine di nonscrittura di Charlie convive. La Orlean, giornalista per il "New Yorker", viene lentamente attratta dal fascino poetico di John Laroce, il famoso ladro di orchidee sul quale vuole scrivere un pezzo che diviene un libro e che ora Charlie deve riadattare per il cinema. Queste tre storie sono legate da un impercettibile filo di attrazione reciproca: la triste ma piena vita di Laroce, la triste e insipida vita della Orlean e la triste nonvita di Charlie.

Charlie Kaufmann non è solo il protagonista del film ne è anche lo sceneggiatore, il film parla della scrittura di se stesso: l'avevamo già visto e definito meta linguaggio. Procede per intuizioni e ad ogni intuizione corrisponde un piano narrativo di questa sceneggiatura che si riflette su se stessa creando un effetto prismatico che si concretizza in una struttura complessa comprensibile solo se vista da un punto di vista escatologico, solo se la si sventra fino nel profondo. 

C'è un forte legame di somiglianze, nella percezione di Charlie, tra le orchidee e le donne:

Esistono più di 30.000 specie conosciute di orchidee. Una assomiglia a una tartaruga, una assomiglia a una scimmia, una assomiglia a una cipolla.
Una assomiglia a un insegnante, una assomiglia a una ginnasta, una assomiglia a una liceale con la pelle cremosa, una assomiglia ad un'intellettuale di New York con la quale fare le parole crociate del Sunny Times a letto, una assomiglia a una reginetta di bellezza del mid-west, una assomiglia ad Amelia, una ha occhi che danzano, una ha occhi che contemplano tutta la tristezza del mondo

Anche la Orlean cerca la sua orchidea, e quando la trova non riesce più a lasciarla andare. La potenza di Laroce è proprio questa, riesce a creare una catena d'attrazione che finisce per far incontrare i diversi piani narrativi nel punto di svolta del film, dandogli il finale sconvolgente di cui parla McKee: quello che lo renderà un capolavoro.

Charlie esce da casa sua, dalla routine, dagli schemi, dalla sua stessa vita. Letteralmente dal letto alla palude. Cercava l'amore e ha trovato la realtà. Ogni sua certezza viene sradicata e alla fine è Donald il centro della sceneggiatura, o forse un centro nemmeno c'è: rimane solo l'aporia originaria.