F1 - Il Film

07.07.2025

"Ti sto offrendo un posto da pilota in Formula 1, l'unico posto in cui, se vinci, puoi dire di essere il migliore... al mondo."


"F1 - Il film" non è il primo film sportivo della storia, né sull'automobilismo sportivo né sulla F1. Ci sono molte bellissime pellicole che narrano di corse e di piloti. F1 rientra tra questi bei film.
Abbiamo: regia di Joseph Kosinski e sceneggiatura di Ehren Kruger (i due dietro Top Gun: Maverick), musiche di Hans Zimmer, Brad Pitt e Javier Bardem come protagonisti, Lewis Hamilton (un vero pilota) tra i produttori... Con questa premessa è scontato che il film sia ben riuscito.

Dinamico, appassionante, veloce, studiato: tante buone caratteristiche che mi hanno reso contento di averlo visto in sala. C'è stata la volontà di trasmettere la passione che provano i fan della F1 alle persone che non ne sanno nulla, e il risultato è più che ottimo. Io non conosco il mondo delle quattro ruote approfonditamente, ma quando i due protagonisti gareggiavano ero totalmente coinvolto.
Ogni volta che due personaggi si sfidano in un film, non importa che sia in gara o a scacchi, assistiamo a uno scontro di idee: uno la pensa in un modo e uno in un altro. L'andamento del gioco ci fa capire chi ha la meglio, e lo "scacco matto" segna il vincitore dello scontro ideologico. Una competizione così, se fatta bene come in F1, coinvolge.

E poi le macchine da corsa sono fighe, rombanti, veloci: non si può non essere meravigliati, soprattutto di fronte a quelle meraviglie meccaniche che sono le macchine di F1. Non si parla infatti di corse qualunque, ma della Formula 1, l'unico posto dove, se vinci, puoi dire di essere il migliore al mondo (cit. dal trailer).
Questo hype che il trailer ci ha instillato nella testa doveva avere un riscontro in sala, quindi suoni, immagini e dinamismo sono stati curati alla perfezione per sottolineare come in F1 non ci siano gare qualunque.

Sono uscito dalla sala gasatissimo. Poi però l'adrenalina va via... e qui le cose cambiano.

Un film americano per gli americani

Riflettendoci, ho capito che alcune cose potevano essere fatte meglio. Alcuni elementi sono stati inseriti un po’ a caso e spesso erano solo superficiali. La sensazione che ho tuttora è che F1 sia un’americanata fatta per piacere agli americani – che di Formula 1 non sono appassionati come noi europei.
Il protagonista è l’emblema del divo americano anni ’90: Sonny Hayes, nome da ganzo più figo dei fighi, interpretato da Brad Pitt (appunto, il più figo dei fighi), che è infallibile e non sbaglia un colpo. Lui è un cowboy solitario che rappresenta la vecchia scuola, quello che ne sa più di tutti perché, tempo addietro, si viveva la vita vera, non come questi giovincelli che non sanno stare al mondo. Lui sembra stronzo, ma alla fine sa quello che fa. Ogni suo discorso, per quanto privo di senso, carica a molla la gente attorno a lui.

Nella prima parte del film, questo aspetto da duro era quasi parodistico, anzi, serviva per far capire al protagonista come i tempi siano cambiati e un personaggio come lui non vada più bene. Infatti, Sonny deve trovare un modo per far coesistere la sua personalità (che sa di non poter cambiare) con il lavoro di squadra. A livello narrativo è fantastico e non cade in cliché stravisti.
Poi, però, le cose prendono una piega diversa e il personaggio ritorna a essere un divo fighissimo, questa volta con l’intento di mostrarlo come il protagonista vincente.
Purtroppo, così facendo non riescono a chiudere il cerchio del personaggio, a farlo cambiare in meglio, a completare la sua evoluzione. Lui ritorna alla vita di prima, senza cambiare una virgola e perdendo svariate occasioni che sarebbero state più in linea con la sua persona. A livello di evoluzione del personaggio, Cars 3 ha fatto un lavoro migliore.

Un finale più elaborato e più umano avrebbe concluso alla perfezione un film molto bello; invece, hanno optato per mostrarci un superuomo indistruttibile.


Dunque che dire?
- Il film è bello e vale la pena vederlo al cinema.
- Coinvolge e ha molti punti di forza.
- I cliché all'americana stonano ma non sono difetti, possono piacere.
- Perfetto sia per una visione in solitaria che in compagnia.
- Comprensibile per tutti, fan di formula 1 o meno.


Valutazione:
★★★★★★★★☆☆

di Andrea Brevi