Jennifer's Body

In Jennifer's Body, Amanda Seyfried e Megan Fox interpretano due amiche, la timida Anita chiamata ironicamente "Needy" e la popolare cheerleader Jennifer. Nonostante i differenti "status" da liceo e nonostante abbiano ben poco in comune, sono inseparabili. Una sera vanno in un locale a sentire una band e Jennifer si dà come obiettivo di conquistaree il cantante, ma il locale prende fuoco e dopo essere riuscite a salvarsi, Jennifer sceglie di andarsene insieme ai Low Shoulder ignorando le proteste di Anita. Jennifer viene però ingannata e diventa la vittima di un rituale satanico che la trasformerà in un demone mangia-uomini. Spetterà a "Needy" fermare la sete di sangue della sua migliore amica.
Il film può essere definito una comedy-horror, o meglio un thriller con degli elementi horror e comici, in ogni caso ad interessarci non è l'incasellamento di genere, ma le tematiche che porta in campo.
Jennifer's Body, inizialmente condannato come flop, è tornato alla ribalta quasi dieci anni dopo per la più recente interpretazione di alcuni suoi temi che si riconducono quasi apertamente all'ambito della violenza contro le donne.
Il rituale
Jennifer ha una cotta per il cantante della band dei Low Shoulder, fa presto ad avvicinarsi a lui e a sedurlo, ma quello che non sa è che lui non è interessato a lei in modo "genuino", ma che la band necessita di una vittima sacrificale per un rituale che porterebbe loro successo e fama eterna. Così dopo essersi appartata nel bosco con il cantante, viene assalita, legata e preparata per il rituale per poi essere pugnalata a morte.
Il rituale è una chiara metafora dello stupro: Jennifer viene ingannata, attirata in un luogo isolato e "sacrificata", non importa quanto sia spaventata o quanto urli, per il gruppo la posta in gioco è troppo alta per preoccuparsi di una ragazzina, dopotutto è stata lei a seguirli di sua volontà.
Spesso è così che ha inizio un'aggressione, un interesse iniziale o un atteggiamento lascivo vengono "scambiati" come consensi, o visti come opportunità per approfittarsi di giovani donne che non sono nelle condizioni di difendersi.
Nel caso di Jennifer lo "stupro" è di gruppo, il che amplifica la problematicità dell'atto coinvolgendo il fattore dell'inganno: Jennifer non ha acconsentito a quello che sta succedendo, è vittima di un piano al di fuori del suo volere, e come un animale in trappola viene lasciata ad urlare e dimenarsi senza possibilità di fuga.

Il feticcio dell'innocenza
A far precipitare il rituale è il dettaglio dell'innocenza. Perché il rito possa funzionare è necessaria la presenza di una vergine che venga immolata a Satana. Jennifer in un tentativo di seduzione ha detto al cantante di essere vergine nonostante non lo fosse veramente, segnando la sua fine. Jennifer viene uccisa, ma il rituale non viene compiuto e viene così trasformata in un demone in cerca di vendetta.
Il feticcio dell'innocenza femminile è da sempre parte integrante della nostra cultura patriarcale. Quante volte alle giovani ragazze è stato detto di non concedersi a chiunque, quanto spesso la vita sessuale delle donne è sottoposta a controlli e giudizi, al contrario degli uomini, la cui florida sessualità diventa simbolo di virtù.
Il mito della verginità si radica in tempi lontani, associato a concetti come purezza e onore, feticizzato al punto che la perdita di verginità viene vista come una perdita di onore e di valore. Non sono lontani i tempi in cui una donna doveva provare la propria verginità sanguinando la prima notte di nozze.
Se oggigiorno possiamo dire che questo concetto sia
stato parzialmente superato, sono ancora in molti a giudicare una donna per il
numero di relazioni sessuali avute: il concetto di "bodies", derivato dall'ambito militaresco il cui significato era "numero di persone uccise", adesso è
sinonimo di "numero di persone con cui sei andato a letto".
La filosofia di base è: se una donna è stata con molti uomini è una troia, se un uomo è stato con molte
donne è un grande.
La metamorfosi nel mostro
Con il fallimento del rituale Jennifer viene trasformata in demone. La metamorfosi avviene sia su un piano fisico (grave pallore, occhi vuoti, bocca rossa), sia su un piano psicologico. Jennifer perde completamente sé stessa, non ha più interessi o motivazione, né in ambito scolastico, né al di fuori. L'unica cosa che la muove è una fame ancestrale, una fame di uomini.
Quello che accade dopo uno stupro è esattamente quello che vive Jennifer: vi è una perdita di identità totale, tutte le proprie passioni e i propri interessi vengono come dimenticati, ogni segno di personalità e unicità perduto, come se tutte le cose che ci rendessero noi ci venissero portate via. Un senso di spaesamento e di vuotezza pervade il corpo e lo spirito delle vittime di violenza, niente sembra più avere senso.
Il trauma risucchia la vita dal corpo.
Lo potete immaginare?

La fame, la rabbia, la vendetta
La fame demoniaca di Jennifer la spinge a divorare uno dopo l'altro i suoi compagni, e dopo ogni pasto sembra essere sempre più affamata.
Ora, possiamo dare più interpretazioni all'insaziabilità della protagonista, la prima di queste è una scelta registica, per la precisione quella di seguire il filone del rape-revenge, un sottogenere cinematografico che si concentra sulla vendetta della vittima o di chi le è vicino. Non a caso i primi ad essere divorati da Jennifer sono i membri della band che ha tentato di ucciderla. Il rape-revenge è una scelta stilistica che da un lato restituisce potere alla vittima che era stata umiliata, ma che dall'altro rischia di minimizzare il trauma subito.
Un'altra possibile interpretazione è quella della fame
come rabbia.
Spesso accade che le donne vittime di violenza si chiudano in una bolla
di protezione, per alcune avviene a livello esterno, come per esempio con lo
sviluppo dell'agorafobia, l'isolazione dalla famiglia e dagli amici, l?autolesionismo come deturpazione del corpo, ecc., mentre per altre avviene ad un livello interno
più profondo e legato alle ideologie e credenze, per esempio si può sviluppare
una forte misandria, radicata in un odio verso gli uomini originato dal
pensiero che è stata la fiducia e l'ingenuità nei confronti del sesso maschile
a causare l'evento traumatico. Ecco, in questa prospettiva la fame di Jennifer
sarebbe riflesso della rabbia e dell'odio che prova nei confronti degli uomini,
che, come gruppo, come specie, l'hanno "violentata", un meccanismo di difesa della
mente che non vuole più essere vittima.
E infine la meno probabile delle tre, ma forse la più
interessante dal lato psicanalitico, è la trasformazione da vittima a carnefice.
Studi e ricerche mostrano che esiste una correlazione tra l'essere stati
vittime di violenza e la probabilità di perpetrare violenza, non si tratta
ovviamente di un rapporto di causalità, ma non sono rari i casi in cui vittime
di violenza soprattutto in ambito domestico in giovane età, crescendo mostrino
segni di comportamenti violenti o abusivi. Non a caso in ambito famigliare si
parla di "cicli di violenza", una violenza che viene trasmessa di generazione
in generazione e che è difficile da troncare.
Secondo questa interpretazione Jennifer da vittima diventerebbe a sua volta carnefice,
perpetrando una sorta di violenza su uomini che mostrano nei suoi confronti un
mero interesse sessuale.
Quante volte dovremo ancora morire?
Per concludere ritengo che Jennifer's Body non sia soltanto un film ampliamente sottovalutato, ma penso che sia portatore di un messaggio forte specialmente in questo periodo in cui i numeri di femminicidi stanno toccando le cifre più alte nella storia: le donne non sono vittime, non lo sono mai state, l'uomo ha deciso che "femminile" era sinonimo di debolezza per poter giustificare la propria violenza e così ci siamo rassegnate, sottomesse, ma il tempo per piegarsi è finito, la pazienza scaduta.

E se dovremo diventare dei mostri, allora così sia.
Quante volte dovremo ancora morire?
di Rebecca