Mickey 17

07.04.2025

Un ragazzo, per sfuggire ad una vita complicata sulla terra, è disposto a tutto pur di decollare con la nave colonizzatrice dell'ex ministro Kenneth Marshall. Nella fretta di lasciarsi alle spalle i problemi si candida come "sacrificabile" (senza aver letto adeguatamente i termini del contratto) e si trova così sottoposto ad un ciclo infinito di morti e ristampe di un nuovo se stesso. Mickey 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17...

Bong Joon Ho potremmo definirlo IL regista dell'etica, in ogni film lavora sull'attualità e sui paradossi o dilemmi etici che la nostra realtà presenta. Basti pensare a Parasite, Snowpiercer o Okja. Anche qui risulta chiara ed evidente la vena polemica del regista che sceglie di lavorare su un testo con chiari riferimenti alla storia della barbarie umana. Questa nave colonizzatrice parte per un pianeta sconosciuto con l'intento di creare una colonia spaziale, i problemi però sono molteplici e per questo serve un sacrificabile. I temi sollevati, dal vaccino al colonialismo, richiamano tutti direttamente il sacrificio: qualcuno deve morire per garantire il progresso scientifico, e se il progresso scientifico stesso ci permette di sacrificare qualcuno in maniera più "etica" allora non dobbiamo nemmeno preoccuparci di avere rimorsi di coscienza. Mickey viene costantemente ucciso nelle maniere più brutali immaginabili, tanto dopo lo si ristampa... non può essere così male in fondo. Questa logica da macello è chiaramente fondativa della società odierna: c'è chi può morire, c'è chi deve morire e chi assolutamente non dev'essere sfiorato nemmeno con un graffio.

Senza dire troppo sul film, ci tengo ad elogiare tutto il corpo centrale in cui il predominio del comico rende questo sci-fi contemporaneo una vera chicca. Pattinson come sempre metamorfico, Bong Joon-Ho come sempre ibrido e sperimentale nelle sfumature del testo. 


Il doppio

Quando per puro caso Mickey 17 interrompe la catena di morte-ristampa e si trova faccia a faccia con se stesso, ecco che si apre un solco nel film, e dall'etica ci troviamo in uno spazio tridimensionale di riflessione sul sé. Ogni Mickey è una diversa sfumatura di sé stesso, un diverso lato della sua ingarbugliata personalità, e non è così scontato andare d'accordo con sé stessi.
Questo incontro surreale a tutta prima apre la dimensione comica ed erotica delle potenzialità di sperimentazione sessuale prima inimmaginabili. Poi sfuma in una più elaborata distensione della libido nel concetto di affetto, condivisione, elaborazione, amore: di sé, dell'altro, del tutto. La bilancia si sposta da Lei all'Io e infine al Noi. 
Con le diverse lacune che il film presenta ovvio, troppo frettoloso, troppo gioioso, troppo poco reale nonostante la premessa e l'elaborazione dei temi (forse mi aspetto, in questo periodo di crollo dell'umanità, un film più diretto, più reale e perciò più crudo), Mickey 17 è film che si ha piacere di vedere, una chicca divertente e di alta qualità.