Quel giorno
"La beltà della gioventù è di chi l'assapora". Così un giorno il mio professore iniziò la lezione di greco.
Sul momento non capii, forse ero troppo giovane e alla vecchiaia nemmeno ci pensavo.
Con l'andar degli anni: prima mi laureai, poi mi fidanzai, divenni moglie, madre, ancora nonna e infine divorziai.
Iniziai a capire cosa, in quell'ormai così lontano giorno di settembre, il nostro professore avesse voluto dirci. Gli anni erano passati, molte delle mie amiche il tempo le aveva già portate via e nulla rimaneva, se non il solo ricordo. I loro profumi, le loro voci, ma nulla di più.
"Ora tocca a me", mi ripetevo di continuo, forse anche con un briciolo di speranza, affinché quella sofferenza terminasse.
Vedevo quel corpo che a vent'anni avevo così odiato, sfiorire piano piano, come un giglio d'inverno e insieme le mie forze scomparire.