Sotto Accusa

15.09.2025
Quante volte, ancora oggi, sentendo parlare di casi di violenza sessuale vengono dette frasi accusatorie verso la vittima? Frasi che giudicano il modo di vestirsi o certi atteggiamenti che sono "ovviamente provocatori".

Nel 1988 uscì il film "Sotto Accusa" che volle far luce su questo specifico aspetto dello stupro: non solo è un crimine brutale, ma nella società è purtroppo considerato una responsabilità anche della donna, la quale non deve agire o vestirsi come vuole altrimenti diventa provocatoria e "se lo va a cercare".


Nel film l'avvocata Kathrin Murphy (interpretata da Kelly McGillis) vorrà portare avanti una battaglia legale per denunciare non gli stupratori, bensì le persone che assistettero al crimine e che istigarono i carnefici.

Infatti la prima parte del film scorre senza intoppi: Sarah Tobias (interpretata da Jodie Foster) viene stuprata e denuncia gli aggressori; gli avvocati delle due parti si accordano sulla condanna e gli stupratori vengono infine condannati solo per aggressione - che d'altronde è il massimo che si poteva pretendere da casi come questo. La vicenda dunque sembra conclusa e archiviata, ma il rapporto sempre più profondo tra Sarah e Kathrin spingerà quest'ultima a portare in tribunale le persone che, pur assistendo alla scena, non intervenirono, bensì incentivarono la violenza.
E la battaglia in tribunale mette in evidenza proprio come, per difendersi, gli accusati insistono che la vittima ballava in modo provocatorio, era vestita in modo sconcio e aveva bevuto troppo, quindi se l'è cercata (ovviamente senza dirlo esplicitamente).

Per quanto sia interessante il tema trattato, il film tende a semplificare tutto un po' troppo e finisce con l'essere una superficiale critica allo stupro. Parte bene con l'insistenza dell'avvocata per portare avanti la causa nonostante l'alto rischio di perdere, ma non ci sono inghippi, niente difficoltà o scetticismi della giuria, niente che faccia capire che tutti condannano Sarah invece degli accusati - dato che pensano che ormai sia tutto risolto perché i carnefici sono in prigione.

Manca quindi quella tensione che caratterizza i film giudiziari, che fa attendere lo spettatore per l'esito del processo. Serve grinta, ma c'è molto piattume. Così rimane solo la critica sociale, un bel "è sbagliato assistere ad uno stupro e non intervenire" che si conclude con i titoli di coda.
Questo moralismo comunque non pesa perché il film non dura molto, anzi, è godibile proprio perché lo si vede in un attimo.

L'aspetto più bello del film sta nella sua capacità sia di mostrare una scena di stupro sia di parlare di un tema pesante, senza però diventare difficile da guardare. Spesso i film d'accusa sociale sono difficili da digerire per via dei forti temi trattati, ma "Sotto Accusa" riesce ad essere guardabile senza divetare stomachevole e rimanendo nel massimo rispetto per l'argomento in questione.
Anche le prestazioni delle attrici protagoniste danno il giusto tono alle scene e ciò permette allo spettatore di affezionarsi, finendo per tifare per loro.

Tutto sommato è un film carino e riuscito, ma non è da guardare a tempo perso: lo stupro è un argomento serio e nella pellicola c'è anche la scena esplicita della violenza sessuale, quindi non è nemmeno un film per bambini.


Valutazione: 
7 / 10

Punti di forza:

 - Breve durata, non si dilunga inutilmente
 - Profondo, ma non pesante, nonostante il tema difficile
 - Coinvolge per il tema insolito e poco trattato nei film 

Punti deboli:
 - Manca di tensione, che spesso è la parte più importante dei film di questo genere
 - Non approfondisce troppo il tema, rimane un po' superficiale
 - I protagonisti non affrontano vere difficoltà, gli fila tutto liscio... forse un po' troppo


di Andrea Brevi