Superman (2025)

Una partenza a tutto gas

Di storie belle, nei fumetti, ce ne sono. Perché allora non si riusciva a fare niente di buono per il grande schermo? Ci voleva proprio un nerd come Gunn per darci la risposta: oltre a saper scrivere bene (ovvio), serve assolutamente conoscere e capire l'essenza del personaggio. Bisogna sapere in che mondo vive e che persone lo circondano; solo così si riesce a scrivere una bella trasposizione cinematografica.
Parlando di Superman, tutti ne conoscono le origini: si sa che è un eroe buono, è un pezzo di pane, dona e rappresenta speranza, salva l'universo così come aiuta una nonnina ad attraversare la strada, considera tutti uguali e degni di rispetto. Potrebbe essere una divinità, ma non si considera diverso da un essere umano; infatti può sbagliare e fallire. È ovvio che in alcuni momenti si lascia andare alla rabbia, può essere minaccioso o meno colorato, ma è solo una piccola parte di ciò che caratterizza il personaggio.
Abbiamo anche Metropolis e il Daily Planet, pieno zeppo di giornalisti che sono utili alla storia, non solo inutili personaggi di contorno. Una cosa bella, poi, sono i cittadini che osservano Superman in azione: sono così abituati agli eroi e alle loro vittorie che non evacuano la zona, non scappano affatto, procedono con le loro faccende mentre assistono ai combattimenti, nonostante il pericolo. Un po' come gli spettatori delle gare di rally a bordo pista.
James Gunn, quindi, carica a palla l'ambientazione, mostrandoci da subito un Superman adulto e già conosciuto da tutti, che vive in un mondo pazzesco e coloratissimo (quanto mi mancavano i colori!), con folletti dimensionali, altri supereroi, le Lanterne Verdi, tecnologie futuristiche, universi tasca, kaiju giganti e sputafuoco.
Elimina la storia delle origini vista e stravista, iniziando con un evento già in corso d'opera. Ci mostra l'eroe a terra e mal messo. Ci mostra il super cane Krypto e la Fortezza della Solitudine. (Tutto questo è nei trailer, non sono spoiler.)
La parte più bella? Superman è giovane e deve ancora imparare tanto, deve arricchire il suo bagaglio di conoscenze e solo l'esperienza può aiutarlo. Quindi si arrabbia per certi commenti sui social, la sua pazienza ha un limite, agisce da eroe solo perché pensa sia quello che i genitori biologici volevano, è poco meditativo e vuole gettarsi a capofitto nella lotta, interviene negli affari degli umani senza pensare che questo potrebbe creare problemi. Insomma, deve ancora capire come fare il supereroe.
Questa sì che è una partenza. Non l'inizio della vita del personaggio che arriva sulla Terra da Krypton, ma l'inizio di un supereroe che, dopo i primi sbagli, riesce a trovare la sua strada.
ATTENZIONE: non è proprio uno spoiler, perché nei fumetti viene ripetuto più volte, ma se non volete saperne nulla passate al prossimo paragrafo.
Nella scena finale, Superman ammette di sentirsi umano proprio come tutti: sbaglia e si rialza come ogni persona, ha le sue paure e i suoi gusti personali; come nei fumetti, lui è umano, sotto tutti quei poteri assurdi. Questo ci dimostra quanto James Gunn conosca il personaggio.

Per di più, il fatto che il film sia ricco di elementi fumettistici non spiegati è una sorta di provocazione. Se lo spettatore si chiedesse: "E quello chi è?", "Da dove esce fuori questa cosa?" o "Ma perché Tizio fa questo?", il regista gli risponde: "Vatti a leggere un fumetto. Se vedi un film di supereroi e conosci solo gli aspetti più mainstream dei personaggi, ti meriti di non capire il 100% degli easter egg."
Ora, potete essere d'accordo o meno con questa visione, ma il risultato che si ottiene è proprio questo: tutti capiscono la storia, ma solo i nerd ne colgono tutti gli aspetti. Geniale!
Il fascino del male

Lex Luthor è rappresentato magnificamente. Un genio davvero geniale e un cattivo davvero malvagio. Figo e sicuro di sé, machiavellico, minaccioso. Resta comunque un malato mentale, punto. Potete spiegarmi il suo odio verso l'Uomo d'Acciaio con mille boriosi discorsi rimpinzati di parole, ma alla fine rimane un uomo dalla psiche compromessa a causa della sua sete di potere, anzi, del suo desiderio di dimostrare di essere il migliore. Arriva a compiere gesti davvero malvagi pur di raggiungere il suo scopo, rendendolo un fanatico, un malato mentale a tutti gli effetti, non diverso dal Joker se non per la serietà con cui agisce.
Questa è la rivalità che volevamo vedere in un film di Superman: un dio che si sente un uomo contro un uomo che si sente dio, cuore contro cervello, bene contro male. Un classico che non stanca mai.
L’ennesimo antieroe che è cattivo ma solo perché [giustificazione qualunque] avrebbe condannato il film a essere come i predecessori, ma il regista sapeva cosa stava facendo e ha capito che servivano misure drastiche: un ritorno alle classiche origini, ma al contempo ambientato in un mondo già avviato, che non dobbiamo conoscere del tutto, ma di cui dobbiamo solo essere aggiornati avventura dopo avventura.

Eroe e arcinemesi in poche parole.
Continuando a parlare di antieroi, mi prendo un attimo per divagare.
"Superman" (2025) è un film che ci ha dimostrato come un cattivo con motivazioni forti e una caratterizzazione ben costruita rimanga comunque un cattivo. Non possiamo tifare per lui. Ad oggi siamo così abituati a protagonisti dalla dubbia morale che non distinguiamo più il bene dal male.
Una volta (e in parte ancora oggi) la magia dei fumetti di supereroi stava nel vedere il cattivone di turno – che è davvero cattivo e basta, senza troppe smancerie – sconfitto dal buono con un bel cazzottone sul muso. Un bel PUNCH!!! scritto in grande sulla pagina e la storia finiva bene.
Col tempo, ovviamente, i lettori si sono stancati e hanno cercato altro, incentivando la creazione di personaggi con un passato ricco, capace di motivare azioni malvagie. Nascono così gli antieroi: individui grigi, che non stanno nel semplice schema bianco o nero.
Purtroppo, però, sono passati dall'essere cattivi con valide motivazioni a protagonisti di testate a fumetti tutte loro. Poi sono arrivati in TV e al cinema, rendendo nota la figura del "cattivo che in fondo cattivo non è perché ha le sue ragioni e deve essere capito". Ora ci troviamo spesso a tifare per i cattivi della storia senza rendercene conto, senza capire che una bella backstory del cattivo serve solo ad arricchire il personaggio, non a farcelo stare a cuore. Porto come esempio Light di Death Note o Walter White di Breaking Bad.
- Piccolo sfogo a proposito di quest'ultimo personaggio: ma cosa vuol dire che se scopri di avere il cancro ti metti a spacciare metanfetamina e a compiere omicidi? Poverino un corno! Ma io chiamo Magnum P.I. e ti faccio prendere a cazzotti! Perché sì, dal punto di vista della polizia, il caro Walter non è tanto più figo di un qualsiasi narcotrafficante da serie anni '80 che veniva catturato in un singolo episodio.
Ok, era da tanto che volevo dirlo. Scusate. -
There's a starman waiting in the sky

Dove eravamo? Ah sì, Superman. Forse avrete sentito i commenti (prettamente americani) che questa versione dell'eroe è troppo woke, troppe parole e pochi pugni, l'uomo della conversazione e non l'uomo d'acciaio. Beh, lasciate che vi dica solo una cosa: quello che conta è come si esce dalla sala, e io ne sono uscito gasatissimo. È stato meraviglioso vedere il nostro amato Big Blue Boyscout volare felice nel cielo, salutare le persone, essere amato da tutti senza atteggiarsi come un divo. Finalmente si torna a mostrare una persona buona, di cuore, che sa che dobbiamo essere compassionevoli e aiutarci l'un l'altro. Non è superman ad essere troppo woke, siamo noi che siamo cinici di fronte alla gentilezza. Dobbiamo ricordarci che possiamo essere proprio come Superman, perché non serve volare o sollevare interi palazzi per essere eroi, possiamo lottare per ciò che è giusto ed essere buoni tra di noi nella vita di tutti i giorni.
Superman rappresenta un mondo migliore, la speranza che le cose possano cambiare in meglio, ed è così che ci si sente uscendo dalla sala, vogliosi di essere un po' Superman anche noi.
!!! ATTENZIONE PICCOLO SPOILER SUL FINALE !!!
Chi è un bravo cagnolino? Certo non Krypto.

Krypto è un super cane, praticamente il Superman per i canidi. Nel film assume un ruolo importantissimo e sfaccettato.
Per prima cosa è stato reso un cane terribile, che vuole solo giocare e non ascolta mai nessuno, finendo così per distruggere tutto ma con estrema innocenza. Questo fa cadere nella trappola della tenerezza tutti noi spettatori, innamorati di animali buffi e un po' mattacchioni.
Secondo, ha creato la scena più appagante del film menando forte Lex Luthor. Dopo un discorso bambinesco e odioso da parte del malvagio magnate furibondo, volevo davvero entrare nello schermo e prenderlo a cazzotti e sapevo che Superman non lo avrebbe mai fatto perché ha deciso di non ferire mai un essere umano, per quanto cattivo. La sua morale è troppo alta. D'altro canto Krypto è solo un cane, agisce d'istinto e attacca chi minaccia il suo padrone. Ecco quindi che noi siamo contenti perché Luthor le prende, mentre Superman non è dovuto andare contro i suoi ideali.
Terza cosa, ma non meno importante, che ha fatto Krypto: ha fatto sì che le adozioni di cani bisognosi aumentassero. Nel mondo reale intendo. Gunn, aggiungendo un cane con una tenera tendenza a disobbidire, ha sciolto i cuori di molti spettatori che poi sono andati a dare una nuova vita a cani che aspettavano da tempo di essere adottati.
Possiamo dire che anche Krypto è un vero eroe.

Il trionfale ritorno delle mutande rosse!
Valutazione:
★★★★★★★★★★
di Andrea Brevi