The Fall

23.06.2025

Una bambina ricoverata per una frattura al braccio conosce un triste uomo che è un abile narratore di storie, e forse assieme possono alleviarsi a vicenda il dolore del loro soggiorno ospedaliero.

The Fall si colloca in due tempi distinti, entrambi indefiniti. Il primo viene introdotto con la classica formula fiabesca <<Once upon a time...>> e ci proietta così in una favola dalla fotografia vintage che narra la forza del racconto e dell'immaginazione: Alexandria si trova in un tempo non chiaro ma molto reale, a Los Angels, in un ospedale. Gira sognando per i corridoi e vede delle mitiche creature abitare l'ospedale. Gli altri pazienti, ai suoi occhi buffi e incomprensibili, sono delle figure mitologiche che racchiudono ognuno una storia avvincente. La piccola Alexandria prende il nome dal grande Alessandro, come Roy - un paziente che non ha più sensibilità alle gambe - le fa subito notare, dando alla frase un che di avventuroso <<il più grande guerriero di tutti i tempi>>. Esclamazione che non coglie Alexandria impreparata, lei e la sua lingua fulminea, lei e la sua fervida immaginazione che al primo accenno già vaga indietro nel tempo - usando un espressione incorretta - fino ai tempi della Grande Alexandria. Ed il mito comincia a riscriversi.
L'altro tempo è quello assoluto del mito, privo di alcuna collocazione temporale e in questo caso anche spaziale. Parlare di mito però è incorretto, dovremmo piuttosto dire miti, poiché sono molte le culture, le storie e i racconti che si mischiano qui nella lingua di Roy e negli occhi di Alexandria che assieme ci disegnano un mondo fantastico, una storia epica, dei personaggi vivi, delle emozioni reali.

Un film visivamente mozzafiato, con una narrazione incredibile (in tutti i sensi), tecnicamente complesso e ben articolato a livello registico, scenografie costumi e fotografia eccelsi, un film capace di restituire una gamma emotiva molto ampia e sottile.


Le Mitopoiesi

Mito è un termine di difficile comprensione e ancor più difficile catalogazione, potremmo definire il mito in mille modi diversi in base all'epoca e alla cultura al quale ci si riferisce. Esso nasce essenzialmente nella forma del racconto, una storia che si tramanda oralmente e che serpeggia - o meglio - aleggia, nelle case di una comunità. La sua funzione primaria era quella di spiegare, dare un ordine a quelle forze enigmatiche che l'uomo non riusciva a comprendere. E così il fuoco, i fulmini, l'amore, e tanti altri fenomeni di difficile comprensione hanno assunto le vesti delle divinità.
Di generazione in generazione l'uomo consolidava queste conoscenze modellandole sempre un po' a proprio piacimento - un po' come nel telefono senza fili - per adeguarle alla situazione attuale, nel quale continuavano a svolgere una funzione didattica. Poi dalla parola detta passano a quella scritta e divengono l'epica e da lì fino ad oggi hanno svolto un ruolo sempre diverso con significati sempre diversi a seconda del hic et nunc - qui e ora - in cui si trovano.

ALEXANDRIA: Why are you making everybody die?
ROY: It's my story...
ALEXANDRIA: Mine too.

Cosa è una mitopoiesi? Il concetto è semplice, mito: di cui abbiamo provato a delineare i caratteri per una definizione, e poiesis: creazione.
Quella di The Fall è una mitopoiesi contemporanea, Tarsem Singh, regista, non solo fa un lavoro di creazione e rilettura dei miti che si addensano nella storia di Roy, ma mostra anche la dinamica principale della mitopoiesi, l'incidenza di un tempo astratto sul tempo reale e viceversa. La storia si adatta in base ai dubbi e alle richieste di Alexandria, tanto che d'un tratto anche lei viene catapultata nella storia, e ne diviene l'eroina. Non solo, i personaggi della storia assumono le sembianze di ciò che Alexandria ha visto qua e là in giro per l'ospedale. C'è perciò un forte richiamo anche alla sfera dell'onirico, dell'inconscio: ciò che ha visto, anche solo di sfuggita, diviene immagine di ciò che sente, di ciò che Roy le racconta e, l'immaginazione dei due compagni di viaggio, crea un epopea moderna degna di essere premiata e premiata e premiata.

L'intero film si struttura su due opposti dialettici, Roy e Alexandria, l'uomo e la donna, il padre e la figlia, il depresso e la sognatrice. Ma questi non rimangono sempre chiusi e serrati tra le tendine del letto di Roy, si aprono agli altri - soprattuto Alexandria. A dimostrazione di questo sta proprio l'ingresso carico di senso di alcuni personaggi come l'anziano con la dentiera. E soprattutto il finale di gruppo mentre guardano un film spensierati. Lì si dispiega anche una critica a certe dinamiche del mondo del cinema. Ci sarebbero davvero un sacco di cose di cui parlare su questo film ma non è compito mio, perciò spero che, se non ancora l'avete visto, siate ora abbastanza curiosi da andare a cercarvelo.

Grazie,